La panna non vale come gusto

"Quanti gusti posso mettere sul cono da due euro?" chiese l'Uomo Grasso.
"Due" rispose la Gelataia.
"La panna conta come gusto?" chiese l'Uomo Grasso.
"Sì" rispose la Gelataia.

 L'Uomo Grasso non disse niente. Uscì dalla Gelateria e, senza guardare né a destra né a sinistra, attraversò la strada. Arrivato dall'altra parte, continuò a camminare e camminò per chilometri e chilometri. Attraversò ponti, strade e città, grandi campi di grano e montagne, stagioni e lingue diverse. Ogni tanto si fermò e, là dove si fermava, chiedeva a chi gli si parava innanzi se la panna valesse come gusto o meno. Alcuni dicevano di sì ed altri di no. Qualunque risposta ricevesse, l'Uomo che era stato Grasso ringraziava e ripartiva. Gli anni passarono, le suole si ruppero, i mari si asciugarono e i deserti fiorirono. L'Uomo Magro giunse di fronte alla Montagna più alta del mondo, la scalò e si ritrovo davanti al Volto di Dio.

"Fai la tua domanda" disse il Volto di Dio.
"La panna conta come gusto?" chiese l'Uomo.
 Il Volto di Dio ci pensò su per qualche minuto e poi disse: "Sì".
Allora l'Uomo si lasciò cadere dalla Montagna e cadde per tre giorni interi e il terzo giorno incontrò il suolo e morì.

Secondo alcuni fu fortunato perché la morte lo prese in ritardo di tre giorni sul momento in cui aveva perso ogni motivo per vivere. Secondo altri, precipitare svuotati di senso per tre giorni fu per lui una grande disgrazia.

La panna, comunque, non vale come gusto.

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